Expo Milano 2015: Napolitano indica la strada

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In occasione della conclusione dell’Expo Shanghai 2010, con ogni probabilità l’esposizione universale più grande, sotto l’aspetto organizzativo e di affluenza visitatori, il Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano, è volato a pechino per raccogliere il testimone. Nel 2015 ci sarà infatti l’esposizione a Milano e sarà proprio il Bel Paese a ricevere la pesante eredità di un’organizzazione mastodontica, di una ricchezza degli eventi e dei padiglioni senza precedenti che ha annoverato circa 70 milioni di visitatori.

Sarà più piccola, puntiamo a 20 milioni di persone, non possiamo confrontarci con un Paese di un miliardo di abitanti, e i visitatori sono stati per il 97% cinesi. Ma dobbiamo prendere qualche esempio e costruire un nuovo modello di Expo, che sia più popolare, di massa

Una visione lucida e soprattutto realistica che non vuol essere un mettere le mani avanti ai tempi di realizzazione dei padiglioni che tutt’ora  in alto mare, ma una chiave di lettura obbligata per l’Italia che ha tanto da far vedere senza spendere troppi soldi.

Il Presidente ha poi richiamato un paragone per spiegare il tipo di lavoro che dovrà affrontare l’organizzazione, sottolineando conme una serie di eventi così lunga abbisogna di armonia nella programmazioni di una pluralità di eventi:

Non abbiamo messo in scena solo dissonanze e non è come per le Olimpiadi si sa cosa c’è all’inizio e cosa alla fine, un evento che dura sei mesi e va tutto inventato. Certo dobbiamo suonare una polifonia a molte voci assolutamente intonati. bisogna sempre tenere d’occhio chi suona vicino a te e il direttore d’orchestra.

Il tema scelto per l’Expo di Milano nel 2015 è Nutrire il pianeta, energia per la vita, per una visione a 360° sull’alimentazione, sul problema della mancanza di cibo per alcune aree del mondo, al problema dell’educazione alimentare e alle tematiche legate agli OGM, da molti indicati come possibile soluzione alla fame del mondo e per altri indicato come punto di non ritorno di rovina del delicato equilibrio tra uomo e natura.