Milano Expo 2015 non sarà come Shanghai Expo 2010

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A dirlo sono in tanti, dalla stampa cinese che non manca di osannare l’esposizione dei record, come è stata definita Shanghai, al vicecapogruppo del Pd in consiglio provinciale a Milano Roberto Caputo che ha dichiarato che ha dichiarato

Ormai solo un miracolo o un’ accelerazione conclusiva potranno permettere a Milano di avere l’Expo

Ma in Italia, si sa, quando bisogna fare qualcosa c’è sempre la politica di mezzo con le sue 2 mezze verità. Su Italia Oggi è uscito un articolo che secondo indiscrezioni vogliono l’Expo “rivenduto” a Smirne, la città turca che il 31 marzo 2006 perse ai voti la candidatura ad ospitare l’Esposizione Universale che si tiene ogni 5 anni.

Naturalmente pretendere di eguagliare i numeri di Shanghai è come mettere il piccolo David contro Golia, inteso che la fionda cui dispone il nostro paese è la cultura. Quella davvero non possono nemmeno copiarla. Non a caso il simbolo di Milano Expo 2015 è l’uomo vitruviano di Leonardo da Vinci mentre quello di shanghai 2010 è haibao, un simpatico, ma pur sempre portafortuna.

Abbiamo i tempi per risolverlo e l’importante è vedere dal punto di vista giuridico il limite entro cui trovare soluzioni legittime

Ha dichiarato il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni riferendosi ai terreni da utilizzare per i Padiglioni. Già i terreni. esproprio? comodato d’uso? Nessuno nega che la situazione è complicata, ma a detta di molti l’Expo di Milano 2015 sarà comunque un successone e per altri un fiasco. Prima, durante e dopo. Un pò come da qualche anno non si capisce chi ha vinto l’elezioni.

Intanto si vocifera di uno slittamento dei padiglioni all’Ortomercato. Una soluzione per certi versi grottesca ma nel pragmatico potrebbe lasciare in eredità a conclusione dell’expo un mercato ortofrutticolo moderno e funzionale.

5 anni non sono tanti ma non sono nemmeno troppo pochi per ribaltare un verdetto a giochi non ancora aperti.