I tagli del diamante, simbolo di purezza ed emblema del lusso

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Da sempre il diamante è la pietra preziosa in assoluto più pura, più rara per simboleggiare l’eternità di un’unione, l’emblema del lusso più autentico e delle volte, perchè no, anche un investimento sicuro. Oggi scopriamo qualcosa di più di questo meraviglioso brillante.

Dalle vetrine delle gioiellerie ai luoghi dove nascono non è certo un cammino breve: i diamanti infatti si formano ad almeno una trentina di chilometri dalla crosta terrestre in condizioni di calore estremo (circa 4000 gradi) in cui il carbonio cristallizza e sale in superficie grazie a spinte vulcaniche e a oscillazioni magmatiche.

Ovviamente il diamante in natura è presente in forma grezza e assomiglia a una pietra qualsiasi, sarà l’intagliatore a conferirgli quelle particolari forme che conosciamo. Quali? Il più noto è sicuramente il taglio brillante rotondo. E’ costituito da 57 facce e ha la caratteristica di riflettere al meglio la luce.

C’è poi il taglio a goccia, ideale per i pendenti propio per la forma di una goccia d’acqua sospesa. In questo caso il riflesso di luce non è omogeneo come nel taglio brillante ma di gran lunga superiore nella parte rotonda.

Un taglio molto simile a quello a goccia è taglio navette o marquise. In questop caso ci sono due punte all’estremità e una parte rotonda centrale. Una leggenda narra che questo taglio fu voluto dal Re Sole per omaggiare la bellezza della Marchesa di Pompadour, a immagine della sua bocca.

Altro taglio è quello smeraldo o anche chiamato ottogonale. La forma è rettangolare (ma può essere anche quadrata) ma è tagliata a gradini. E’ un taglio che non si addice molto al diamante (non come ai rubini) anche se in molte corone possiamo trovarne incastonati.

Un taglio molto usato per gli anelli è il taglio perfettamente ovale. Fu inventato nel 1960 da Lazare Kaplan. Presenta 56 faccette. E’ una variante del taglio brillante rotondo assime al taglio a cuore.