New York e Mosca: nuovi progetti Hi-Tech

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In molti li chiamano archistar, la stuola di architetti che sta rivoluzionando il mondo puntando direttamente al cielo ma con le basi saldamente impiantate a terra. E non parliamo di fondamenta: l’ecosostenibilità dei nuovi grattacieli Hi-Tech è la chiave di lettura che introduce la sfida del Terzo Millennio, che si traduce nello sfruttamento delle energie rinnovabili come le grandi pale eoliche e i pannelli fotovoltaici su superfici verticali.

L’obbiettivo è quello di rendere più possibili autosufficienti i grattacieli dal punto di vista del consumo elettrico e dell’acqua. La bio-architettura è sicuramente il ramo crescente che si protende verso il futuro e non sono poche le costruzioni di questo tipo gia presenti e funzionanti.

Come ad esempio la Bank of America Tower di New York, progettata dagli architetti dello studio Cook Fox. Il sistema che la caratterizza è la raccolta e il riciclo delle acque piovane comunicante con un sistema di stoccaggio termico ubicato nel seminterrato, utile d’estate per la climatizzazione.

Se New York insegna, Mosca non vuol certo essere da meno. In progetto ci sono 2 grattacieli che rappresentano l’orgoglio dell’ingegneria russa: la Moscow City Tower e Crystal Island. La prima è stata progettata dalla Foster & Partner e sarà funzionante entro il prossimo anno. Il grattacielo prsenta una pianta triangolare che si snoda su una spina dorsale centrale che corre lungo tutta l’altezza, mentre colonne portanti diagonali ne assicurano la stabilità.

La seconda invece è ancora in fase di sviluppo e prevede un complesso che ospiterà diversi hotel per un totale di 3 000 stanze disponibili, oltre 900 appartamenti e un parcheggio sotterraneo per 14 mila posti auto. Sarà una città nella città, visto che no0n si farà mancare strutture di intrattenimento e per gli affari, come teatri, cinema, musei e negozi, oltre ai giardini pensili che non avrannosolamente funzione di arredo urbano, ma contribuiranno a istaurare un microclima efficace per combattere l’inverno russo.