Febbre dell’oro: boom di scippi e rapine a Napoli

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Ieri il prezzo dell’oro è salito a quota 1.814,95 dollari l’oncia toccando il tetto record mai registrato. Lo sa bene la malavita napoletana che, secondo un articolo apparso su La Repubblica di Napoli, è molto più interessata ai 18 carati che ai Rolex, da sempre simbolo dell’esclusività a rischio furto. Nella citta partenopea si sta registrando un vero e proprio boom di scippi e rapine che hanno come bottino. Ovviamente in aumento anche i furti negli appartamenti  e putroppo molte famiglie ancora in ferie scopriranno di essere state derubate solo quando ritorneranno dalle vacanze.

Le forze dell’ordine confermano che i delinquenti  fanno incetta di catenine, braccialetti, anelli in oro perchè sono diventati beni di rifugio anche per il mercato nero. A favorire poi questa immediata “liquidità” c’è il fatto che in città spuntano come funghi le agenzie Compro Oro che non sempre si fanno troppe domande sulla provenienza dei valori.

A parlare a La Repubblica di Napoli è Maurizio, titolare di un agenzia del Monte dei Pegni nella zona collinare:

La gente preferisce vendere a loro  anziché impegnare l’oggetto. C’è anche chi vende la ricevuta del pignoramento già avvenuto. In questo caso sono direttamente i “compra oro” a venire dai noi per farsi consegnare l’oggetto. Le gente vende convinta di fare un affare dato il valore raggiunto dall’oro in questi mesi.

Il fenomeno dei “compra oro”, sempre più dilagante e non sempre nitido,  è tutt’ora oggetto di accertamenti da parte delle forze dell’ordine. Il sospetto della Guardia di finanza del comando provinciale di Napoli è che ci siano irregolarità di di carattere fiscale, ma si indaga anche su altri filoni che potrebbero riguardare il riciclaggio.

Molto spesso gli oggetti preziosi vengono fusi e anche se in molti casi perdono tantissimo del valore iniziale (lavorazioni particolari, provenienza da maestri orafi) la possibilità di immettere nel mercati altri oggetti d’oro senza che ci sia alcuna rintracciabilità di un furto è vista come un escamotage per il riciclo di merce rubata.