Centrali a Idrogeno: prima mondiale di Enel a Venezia

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impianto fusina

Il 12 luglio è stato inaugurato alla presenza del governatore del Veneto Luca Zaia e dall’Ad del gruppo Enel Fulvio Conti, il primo impianto industriale Enel con alimentazione a idrogeno.

La centrale è la prima al mondo che sfrutta uno delle fonti rinnovabili più chiacchierate e promettenti (senza risultati). Speriamo che a  Shanghai la notizia rimbalzerà con vivo interesse dato che tutta l’esposizione universale è rivolta con attenzione alle energie rinnovabili e che la grandiosità dell’evento in Cina non metta in ombra un piccolo passo avanti su questo fronte.

L’impianto di Fusina, che sorge in prossimità dell’impianto petrolchimico di Marghera riesca a generare 16 megavat di energia con una potenza di 12 MW sufficiente a coprire il fabbisogno di circa 20 mila famiglie. L’impianto “brucia” complessivamente 1,3 tonnellate d’idrogeno l’ora.

La cosa forse più interessante di questa centrale è che nasce proprio come impianto di conversione del residuo della produzione di Porto Marghera, sottolineando ancora una volta come le energie a basso impatto ambientali non siano un utopia ma riescano, almeno di questi tempi a integrarsi con le fonti tradizionali.

Luca Zaia, governatore della Regione Veneto ha parole di elogio per la centrale a idrogeno inaugurato a Venezia e non nasconde vive speranze per un futuro migliore:

La tecnologia attuale rende l’utilizzo dell’idrogeno 5 o 6 volte più caro di una centrale termoelettrica. Ma sono fiducioso che nel corso degli anni nuove tecnologie ci consentiranno di utilizzare l’idrogeno. Serviranno alcuni decenni.

In conferenza stampa Zaia promette un Veneto autosufficiente al suo fabbisogno energetico che se si confermerà veritiera potrebbe costituire una buona pubblicità all’anti-nucleare:

Il fabbisogno elettrico del Veneto è di 30 mila MegaWatt, ne produciamo 15 mila e altri 15 mila arriveranno dalla riconversione della centrale di Porto Tolle a carbone e la riconversione di Porto Tolle significa anche 5 anni di lavori per un valore di 2,5 miliardi e 3 mila occupati.

E conclude:

La centrale a idrogeno di Fusina è la dimostrazione che a noi l’età della pietra non piace.