Beetle, il nuovo Maggiolino Volkswagen

Beetle, il nuovo Maggiolino Volkswagen, è stato svelato in questi giorni al Salone dell’Auto di Shangai. L’iconico Maggiolino nato nel lontano 1938 porta con sè un po’ di made in Italy. Per la precisione si tratta di due italiani, Walter De’ Silva, capo designer della casa automobilistica tedesca e Luca De Meo, direttore marketing del gruppo di Wolfsburg.

Il nuovo Beetle è più largo di 8 centimetri e più basso di 1 per dare un tono più sportivo, ma anche più spazio all’interno. Il brand ha poi deciso di equipaggiarlo con un’atmosfera interna curata e più adatta alla fascia di prezzo della vettura.

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Volkswagen, la New Beetle dedicata a Barbie

Ennesimo omaggio, dopo la versione tutta italiana e rosa della Fiat 500, a Barbie e al suo 50esimo anniversario. Questa volta il merito è di Volkswagen che ha dedicato alla bambola più famosa del mondo una New Beetle a tema. Ecco dunque la Malibu Barbie New Beetle Convertible, presentata ufficialmente poche sere fa durante un esclusivo party proprio a Malibu.

Frutto del lavoro di diversi artisti e specialisti, l’interno della Cabrio risulta ovviamente declinato verso colori femminili: sedili in pelle bianca con inserti rosa, decorazioni in strass e cristalli, tappetini e braccioli dei sedili in pelle trapuntata rosa.

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I cento anni della Bugatti

Una delle auto più famose del mondo è sicuramente la Bugatti, e quest’anno lo storico marchio di festeggia il suo primo centenario.

La Bugatti nacque nel 1909 a Molsheim in Alsazia quando il milanese Ettore Bugatti, fondò la sua prima fabbrica d’automobili, da cui uscirono i primi modelli di macchine di lusso. Parallelamente, arrivarono anche i primi successi nelle competizioni, come quelli nella Targa Florio.

All’inizio della seconda guerra mondiale la produzione fu interrotta e negli anni Cinquanta cessò di esistere.

Nel 1987 l’imprenditore italiano Romano Artioli comprò i diritti della marca e fondò la nuova fabbrica automobilistica a Campogalliano, vicino a Modena. I nuovi modelli furono costruiti cercando di rispettare la tradizione iniziata da Bugatti, soprattutto per quanto riguarda le rifiniture eleganti e lussuose, ma le difficoltà finanziarie costrinsero Artioli a vendere l’industria.

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