Mutsugoto, la luce come ponte per l’intimità a distanza

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mutsugoto

Un interessante progetto ancora in fase di sviluppo è stato divulgato dal Distance Lab, ente tecnologico scozzese impegnata nella ricerca e dello sviluppo delle tecnologie comunicative a distanza.

Il progetto si chiama Mutsugoto e consiste in una trasmissione luminosa attraverso delle istallazioni interattive poste in un comune letto per mezzo di uno schermo e di un anello da indossare.

Il funzionamento è complesso ma intuitivo: lo speciale anello permette di convertire i movimenti della mano in un fascio di luce che si trasmette in uno schermo posto a distanza.


Da quest’ultimo il fascio luminoso viene proiettato in tempo reale sulle lenzuola del letto, in modo da coinvolgere il partner presente a distanza, anch’esso dotato di anello per interagire con l’altro schermo.

Il risultato è un gioco di effusioni amorose scaturite dai segni di luce bianca proiettate sulle lenzuola e sul corpo del partner, che diventano rosse quando le tracce luminose s’intersecano.

I creatori del progetto, Tomoko Hayashi, Stefan Agamanolis e Matthew Karau indicano in Mutsugoto un’alternativa ai mezzi di comunicazione odierna come sms e e-mail in ambito affettivo.

Intorno a Mutsugoto la curiosità è lecita, anche se così come oggi si presenta, può destare qualche perplessità sull’uso aleatorio di sostituirsi a una carezza o a un intimo scambio.

Resta, al di là delle opinioni personali, un’interessante applicazione delle comunicazioni interpersonali in modalità sincrona, aprendo nuove prospettive sulla commutazione dei movimenti in percezioni visive.

A testimonianza di quanto detto i diversi riconoscimenti che vanta il progetto Mutsugoto:

– Nel 2008 ha vinto l’Alt-w Production Award, del New Media Scotland, promossa da Scottish Screen e da Scottish Arts Council.

– Nel 2009 è stata presenta all’Edinburgh Art Festival e al Singapore Fringe Festival nel settore Arts House Foyer.

Inoltre Mutsugoto è presente nelle gallerie d’arte contemporanea del Victoria and Albert Museum di Londra con l’istallazione “Touch me” e il National Museum Art di Osaka con l’istallazione “Skin of/in Contemporary Art“.