Caran d’Ache 1010, la penna che omaggia l’orologeria svizzera

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Se siete amanti della bella scrittura e degli oggetti da collezione, fermatevi a leggere l’affascinante storia di Caran d’Ache, Maison de Haute Ecriture.

Una narrazione che inizia nel lontano 1924 in Svizzera, precisamente a Ginevra, quando il signor Arnold Schweitzer acquistò la fabbrica di matite Ecridor. La trasformazione del nome attuale si ebbe poi più tardi, prendendo spunto dallo pseudonimo di un disegnatore di satira politica francese che, tradotto da un particolare dialetto in russo, significava proprio matita.

E mentre si è appena conclusa nella galleria Boragno di Busto Arsizio una mostra dedicata all’inconfondibile marchio, ecco apparire tra i numerosi pezzi da collezione (ricordate il modello dedicato all’universo femminile, Perles? ) Caran d’Ache 1010, splendido oggetto d’artigianato. Soltanto 500 pezzi per una penna realizzata con materiali poco usuali – in realtà – per una stilografica, ma più adatti a un orologio.


Ecco infatti il case ornato da ruote dentate in rodio e argento e decorazioni in oro a 18 carati. Poi il pennino, arricchito da preziosi dettagli a incisione, che va ad agganciarsi al corpo della penna grazie ad un anello decorato con numeri romani. Il tappo, invece, è caratterizzato da un fine rilievo che ricorda la corona degli orologi da polso.

E visto che del lusso non si è mai sazi, in Caran d’Ache 1010 trova spazio anche un rubino, come decorazione, sulla pompa di inchiostro, con tanto di ruota di bilanciamento in cima alla penna, elemento tipico di un orologio (serve a equilibrarne le componenti e la posizione delle lancette).

Grande attenzione anche al nome della penna che non nasce per caso: avrete infatti notate che 1010 indica l’ora in cui le due lancette assumono una posizione di perfetto equilibrio.
La Caran d’Ache 1010, omaggio all’arte degli orologi svizzeri, sarà a breve in vendita in una custodia con due flaconi di inchiostro – uno blu e l’altro nero – al costo di 19,000 dollari.