Un lusso la “settimana bianca” per troppi italiani nel 2025

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Preoccupa non poco il caro-prezzi che, in questo 2025, ha investito la stagione sciistica, minacciando di trasformare la tradizionale “settimana bianca” in un lusso inaccessibile per la maggior parte degli italiani. Un recente report di Assoutenti svela una fotografia allarmante: i costi degli skipass hanno subito una vera e propria impennata, con aumenti che raggiungono il +18% rispetto al solo anno precedente.

settimana bianca
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Alcuni dati sulla “settimana bianca”

Oggi, per un appassionato, lo skipass giornaliero può toccare la cifra record di 86 euro, mentre gli abbonamenti stagionali superano abbondantemente i 1.700 euro, sfiorando i 1.788 euro per la combinazione Valle d’Aosta + Zermatt. L’analisi evidenzia che gli incrementi non sono una novità, ma l’accelerazione è costante. Dal 2021 a oggi, diverse località alpine hanno registrato rincari “storici” vicini al 40%. Sulle Dolomiti il giornaliero arriva a 86 euro, con un aumento del +3,6% nell’ultimo anno.

Per Livigno il giornaliero sale a 72 euro (+8,3% sul 2024), ma l’aumento dal 2021 è impressionante: quasi il +38,5% (da 52 a 72 euro). Il Sestriere fa registrare un +4,8% su base annua e un significativo +30,7% dal 2021. Nelle località dell’Alto Sangro, sebbene si attenda ancora il listino aggiornato per il 2025, il giornaliero era già passato da 47 a 58 euro tra il 2021 e il 2024 (+23,4%), mentre lo stagionale era salito del +30,1%. Anche gli abbonamenti stagionali seguono la tendenza, con aumenti che oscillano tra il +1% (Livigno) e il +3,8% (Valle d’Aosta).

Gli operatori del settore giustificano tali rincari citando l’aumento dei costi energetici, l’inflazione e la necessità di investimenti nell’innevamento artificiale e nella manutenzione. Tuttavia, Assoutenti, per bocca del presidente Gabriele Melluso, contesta questa narrativa, definendo i nuovi rincari “ingiustificati” dato che i costi energetici e l’inflazione generale sono tornati a livelli più controllati. Il problema, inoltre, si estende ben oltre le piste. I dati ISTAT confermano che l’intero ecosistema della settimana bianca è diventato più costoso.

Basta vedere come negli ultimi quattro anni, i prezzi di alberghi e alloggi siano cresciuti del 26% in Valle d’Aosta, del 32,8% nelle località venete e addirittura del 36% in Alto Adige. Gli aumenti si attestano anche nel campo della ristorazione, intorno al 15,7% in Valle d’Aosta e al 26% nelle province di Bolzano e Belluno. Infine affittare sci e scarponi costa oggi circa il 20% in più rispetto al 2021.

Questa somma di rincari rende il conto finale pesantissimo: per una famiglia standard di quattro persone, una vacanza sulla neve può facilmente superare la soglia dei 3.500 euro. L’effetto sui consumatori è già tangibile. Nella stagione passata, si è registrato un milione di sciatori in meno, con un calo complessivo di 4 milioni di presenze rispetto al 2023.

Questo segnale, unito ai costi di gestione elevati e al problema degli inverni sempre più brevi, mette in discussione la sostenibilità e l’accessibilità della montagna italiana, trasformando quella che un tempo era una vacanza per tutti in una prerogativa per pochi, e minacciando di ridimensionare pesantemente l’intero comparto del turismo invernale.