Milano Fashion Global Summit: il lusso è un settore che gode di buona salute

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Il momento non è facile però il lusso tiene bene perchè è un settore che esporta molto e rispetto all’Europa. Ci sono dei segnali incoraggianti di ripresa che provengono dagli Usa e dall’Asia.

Parole che servono anche come iniezione d’ottimismo agli addetti ai lavori. E’ quanto sintetizzato dal country manager Luigi Gubitosi, nonchè responsabile in Italia della divisione Corporate and Investment Banking di Bank of America Merrill Lynch, specializzata nei crediti in sofferenza e quindi molto vicina a tastare il polso della liquidità e delle finanze di piccoli e grandi investitori.

Durante la decima edizione del Milano Fashion Global Summit,  che ha visto riunire le maggiori griffe del settore fashion e quelle del luxury retail, il dato emerso è che tra i settori che ha risentito meno della grave crisi economica in corso c’è sicuramente il comparto del lusso. L’Italia è uno dei motori che trainano questo settore e a margine di un mercato interno omai fermo al varco, ha saputo fronteggiare la crisi compensando l’aumento delle esportazioni all’estero, in particolare quelle destinate agli Stati Uniti e all’Asia.

Non che il quadro sia talmente roseo da configurare una situazione ideale per le aziende del luxury goods ma, stando alle parole di Luigi Gubitosi, l’Asia rappresenta una “valvola di sfogo” che riesce a reggere un’intero assetto produttivo:

Quando l’economia non va bene, ovviamente tutti ne risentono, però soprattutto le esportazioni verso l’Asia vanno bene. L’Asia continua a crescere, ha una demografia favorevole e quindi per le aziende italiane, che sono dei marchi importanti e riconoscibili, e’ un mercato di sbocco molto importante. Noi con iniziative come queste cerchiamo di promuovere e spingere le nostre imprese ad esportare piu’ verso questi Paesi. L’Asia in questo momento e’ una grandissima opportunità, in particolare la Cina.

La Cina, insieme ad altri paesi asiatici come l’India e il Giappone, è un asse commerciale che ormai da diversi anni ha creato un dualismo tra import ed export in cui la forbice va sempre di più diminuendo. Il nuovo target a cui mirano soprattutto le aziende italiane e francesi si rifà al ragazzo cinese facoltoso che ama vestire all”occidentale” e vuole distinguersi dalla massa. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare non è innamorato necessariamente delle griffe ma sa ponderare il rapporto qualità prezzo e disdegna di vestire con il “falso”.

Via | Borsaitaliana.it