Il Bon Ton di Miss Gala Theo: il saluto più adatto nei vari momenti della giornata

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Buon pomeriggio miei cari lettori, sono di nuovo io, Virginia Galatheo la vostra docente di Bon Ton, pronta anche questa settimana ad esaudire qualsiasi curiosità sull’arte del sapersi comportare.

Dopo una settimana passata a dar lezione di Bon Ton alla figlia di Madonna (un caso disperato), finalmente torno da voi con un nuovo argomento … come ci si deve salutare ad ogni ora della giornata.

Ogni momento della giornata ha un suo codice, quindi il saluto che andremo a rivolgere alla gente, cambierà a seconda dell’orario.

Se si tratta di incontri fugaci è sufficiente Buongiorno, Buonasera o Buonanotte, a seconda del momento della giornata, ma se vi fermerete a conversare al saluto dovrete aggiungere anche signor o signora, facendo seguire anche il cognome, se lo ricordate.

Ogni Buon ha un suo modo di essere ed essere usato a seconda delle latitudini e dall’uso locali, per esempio a Milano il buongiorno è utilizzato dal mattino al tramonto, mentre a Roma già dopo il pranzo del mezzogiorno si augura buona sera.

In linea generale, si saluta così:
Buongiorno, formula di saluto e di augurio utilizzata al mattino o massimo nel primo pomeriggio
Buonasera formula di saluto che si utilizza al pomeriggio fino alla sera.
Buona notte, formula di saluto o augurio che si scambia a tarda sera prima di andare a dormire.

Sono tutte formule di saluto e di augurio. Il saluto era in origine augurale, mentre oggi è più che altro una formalità.

E’ giusto sapere che, l’espressione “il buongiorno si vede dal mattino”, non è un’indicazione di valori meteo, bensì fa capire che il carattere della persona si riconosce dalle prime manifestazioni, quindi tanto vale cominciare da un saluto che, diventa appunto augurio.

Un’altra formula di saluto amichevole, confidenziale internazionale è il Ciao, che è diventato un espressione di saluto tra intimi e amici, ma ricordatevi che non va gridato da un marciapiede all’altro. Questa parola ha venete: s-ciao (o s-ciavo per altri testi) ad indicare: sono tuo schiavo.

Il ciao è forma di allocuzione confidenziale, che si ricambia con persone dello stesso ambiente. E’ di buon gusto, in caso di anzianità, il peso professionale e sociale, porre un freno al dilagare del «tu», al tu che viene da persone anziane, da personaggi importanti, da professori, si risponde con il «lei».

Per il mio avo Giovanni Della Casa, autore del “Galateo” a metà del Cinquecento, il tu era per poltroni e contadini: «Chi dice “Voi” ad un solo, pur che colui non sia d’infima condizione, di niente gli è cortese del suo: anzi se egli dicesse “Tu”, gli torrebbe di quello di lui e farebbegli oltraggio ed ingiuria, nominandolo con quella parola, con la quale è usanza di nominare i poltroni (gente del volgo) ed i contadini».

Tra fine ‘800 ed inizio ‘900, Anna Vertua Gentile, autrice di «Come devo comportarmi?», il testo più ‘gettonato’ agli inizi del 1900, si preoccupava che la familiarità di parole influisca negativamente sui riguardi: «Il “tu”, espressione quasi sempre di affetto e di amicizia, qualche volta vuol dire, alterigia e prepotenza. Ora io credo per fermo, che il linguaggio influisca sulle abitudini e che la troppa familiarità di parole, finisca per tradursi in mancanza di riguardi».

Dall’altra parte, la scrittrice Matilde Serao, degli anni Venti raccomanda poi alla signorina di utilizzare il tu solo «il tu a fratelli e nipoti. La signorina dà sempre del lei agli uomini, vecchi e giovani; alle signore di grandi rispetto, anche il lei. Del tu solo, come uomini, ai fratelli e nipoti. Infine, il riserbo unito all’amabilità e alla buona grazia, ecco quello che deve essere il contegno di una signorina, a sedici anni, in pubblico e in privato».

Tra le altre espressioni di saluto abbiamo anche Salve e Addio:
Salve in lingua latina augurava «Stai bene». Il salve ha un tono amichevole e familiare ed è utilizzato da chi non sa in quale modo salutare una certa persona.
Addio inizialmente aveva intendimento augurale«ti raccomando a Dio». Poi si è trasformata in forma di saluto in commiati sia di tono confidenziale che elevato.

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