Energia dagli alberi, ma lo scoprì Ighina trent’anni fa

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Ighina

La scienza si sa, si regge su metodi esatti ma il modo avvolte in cui vengono alla luce certe scoperte si basano su riconoscimenti tutt’altro che oggettivi.

Così se ad affermare che è possibile ricavare energia elettrica da un albero è il MIT – Massachusetts Institute of Technology, inserendo un elettrodo su una pianta e un altro nel terreno, questa viene accolta dalla comunità scientifica (giustamente) come un passo avanti verso la ricerca delle fonti rinnovabili.

Ma la scoperta fu già opera dello scienziato italiano Pier Luigi Ighina negli anni ‘70, i cui metodi scientifici destarono non poche perplessità tra la comunità scientifica e in più di un occasione ilarità da parte dei media.

Non volendoci addentrare in campi a noi sconosciuti, non essendo un blog che si occupa di divulgazione scientifica, ne fare analogie con precedenti storici come il caso Meucci-Bell, l’impressione personale è che la visione diversa dei concetti e dell’osservazione tipica dei geni ha bisogno di tempo per permettere alla logica conservatrice di estrapolare quelle basi gettate avvolte da intuizioni avvolte da illuminazioni.
Ma non per questo prive di alcun fondamento.