Gioielli dedicati al vino: la prima collezione di Nadia Zenato

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Dopo avervi parlato di Zenato, l’azienda viniviticola che ha celebrato al Vinitaly 2012 il ventennale della Ripassa Valpolicella, uno dei vini più eccellenti del panorama enologico nazionale, ggi la nostra lente d’ingrandimento si sofferma su una grande intuizione di Nadia Zenato che dal mondo del vino ha tratto ispirazione per la sua prima linea di gioielli. D’altronde la zona del Garda non è famosa solo per l’Amarone: dal Nosiola al Merlot, dal Cabernet al Vino Santo, dal Trebbiano Lugana al Bardolino. E’ una terra consacrata alla vite che non può non fondersi con le idee, la creatività, la cultura delle gente.

Un mondo intriso di sapori e fitto di profumi dalle mille tonalità e declinazioni e dai colori indescrivibili, caldi, avvolgenti, sublimi. Un territorio meraviglioso che vive due primavera: quella che in questi giorni segue il calendario e quella che in autunno vede nella vendemmia il rito sacro della raccolta dell’uva. Arte e Vino con Nadia Zenato incrontrano una nuova fonte d’ispirazione in cui artigianalità e design si trovano nella stessa “tinozza”.

Il talento artistico è capace di guardarsi intorno e interiorizzare i caratteri peculiari e i valori radicati nel territorio. Un percorso personale che sorprende e affascina per l’inconsueto concept: tappi di sughero, fili di ferro e di legno diventano fonte d’ispirazione per questi gioielli dal disegno originale ma soprattutto d.o.c. Una linea che farà sicuramente impazzire gli stimatori delle cantine Zenato e Sansonina – visto che i gioielli hanno impresso i loro loghi – ma che non può non attirare gli apprezzamenti degli amanti delle cose belle e di chi è alla ricerca di un gioiello originale, autentico, che evoca sensazioni forti.

La collezione Nadia Pensieri ci ha particolarmente colpito per le forme e i colori inediti. E’ una delle creazioni per nulla scontate che ha colpito il nostro interesse. Non disdegnerei di consigliarlo come regalo di Pasqua, magari da far trovare dentro un uovo. Anche perchè il vino è uno dei simboli cristiani più importanti e che proprio nell’Ultima Cena assume un significato particolare.