Carlo Cracco da settembre nella cucina di Trussardi alla Scala

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Cracco da settembre sostituirà Andrea Berton, nella cucina Trussardi.. a distanza di qualche anno l’unione tra Trussardi e Carlo Cracco si riaccende e tutto questo grazie alla separazione di della maison dallo chef Andrea Berton.

Già nel 2005 Cracco e Beatrice Trussardi studiarono un progetto ma a causa dell’impegno già preso con la famiglia Stoppani da parte di Cracco si chiuse la collaborazione. Ora la regia della cucina Trussardi alla Scala è affidata a Carlo Cracco impegnato su un doppio fronte, dal momento che resterà al comando del suo ristorante.

Grazie a questa notizia a dir poco fantastica, Luxury24ore lo ha intervistato durante la pausa dalle registrazioni della nuova stagione di MasterChef Italia, ed ora vi riportiamo la notizia.

Adoro la parte progettuale della ristorazione ecco perché ho accettato con entusiasmo. Nel 2005 il progetto era molto impegnativo e io ero in un passaggio cruciale della mia carriera. Devo dire che c’è stata una grande lungimiranza da parte di Beatrice nell’unire con successo la moda e l’alta ristorazione

Luigi Taglienti, classe 1979 sarà il suo braccio destro e parlando di lui Cracco ha detto:

Luigi ha lavorato con me tanti anni fa ed è stato anche secondo di Berton. Conosce perfettamente la casa e ha un carattere mite e riflessivo. Berton è un ottimo professionista ma non è stato in grado di cogliere il cambiamento. Il mercato va capito e stimolato, bisogna essere flessibili e reagire in maniera veloce ai momenti di crisi, con una focalizzazione ancora più alta.

Parlando della sua nuova avventura ha detto:

Riconoscere e capire i clienti è fondamentale. In Italia una volta avevamo i migliori direttori di sala al mondo, c’era una grande scuola che si è persa. Bisogna recuperare equilibrio tra sala e cucina.

L’opening sarà a settembre ma il nuovo menù, è già uscito allo scoperto e fa parte della tradizione regionale italiana: tra i piatti orata, oro, ginger e zafferano, il risotto alla milanese con lacrima di midollo alla brace o il musetto di vitello allo spumante, sgombro, cetriolo e tartufo nero.

Oggi nel nostro Paese c’è una generazione di cuochi che sta rafforzando il brand del made in Italy. La forza della cucina italiana è il prodotto, con un repertorio regionale fatto di tantissime sfumature. Dobbiamo valorizzare le differenze e unicità del territorio, senza individualismi. Sono i piatti che devono parlare, non gli chef.

Photo Credits | Getty Images
Fonte | Luxury24ore