Asta a Maranello. Ferrari 250 Testa Rossa del ’57 batte ogni record: è l’auto più costosa al mondo

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ferrari-250-testa-rossa-1957Ogni asta ufficiale a Maranello (MO), sede dello stabilimento Ferrari, riserva un emozione unica non solo per gli appassionati e i collezionisti della autovettura sportiva più famosa al mondo.

La Rossa, abituata a primeggiare sui record, guadagna il primato della vettura più costosa finora battuta all’asta, con una Ferrari 250 Testa Rossa del 1957, venduta a 9 020 000 di Euro.

L’asta denominata “Ferrari: leggenda e passione” si è svolta il 17 maggio 2009 ed è stata organizzata da RM Auctions in collaborazione con Sotheby’s.

Tuttavia è ancora possibile ammirarla, al Museo Galleria Ferrari dove rimarrà esposta per alcuni giorni, per la gioia di appassionati e turisti.

Ogni modello Ferrari merita elogio e ammirazione, ma nel caso della 250 Testa Rossa del 1957 le parole del presidente Luca Cordelio di Montezemolo sottolineano la storia unica e leggendaria di questa auto d’epoca:

“Una delle Ferrari da corsa più significative e ambite, che ha conseguito vittorie importanti sia nelle mani dei piloti ufficiali della Scuderia che di gentlemen driver dell’epoca”

ferrari-250-testarossa-1957Si tratta infatti della quarta di un’auto prodotta in soli 22 esemplari, acquistata nel dicembre del ’57 dal pilota Piero Drogo che si piazzò in quarta posizione al debutto della 1000 km di Buenos Aires del ’58.

Una vettura costruita per la strada invece iniziata e perdurata con successo nella gare automobilistiche sportive, con motore V12 di tre litri da 300 CV, carrozzeria Scaglietti “pontoon-fender” ovvero i passaruota anteriori “bombati” separati dal corpo centale, con modifiche d’assetto sportivo con le prese d’aria supplementari per i freni posteriori.

In seguito al debutto argentino del gennaio ’58 a novembre dello stesso anno la Ferrari 250 passò in consegna al pilota texano Alan Connell, nelle gare americane Scca, anellando vittorie su vittorie.

La storia agonistica terminò nel 1963 sotto la guida di Wayne Burnett, ma solo nel 1970 subì un restauro per riportarla alle condizioni originarie.

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